Un nuovo inizio e contenuti diversi del blog
Da oggi ci saranno nuovi argomenti sul blog "verdelettrico", sempre incentrati sulla sostenibilità ambientale spazieranno anche sui modi di vivere e dello sviluppo sostenibile cercando di dare una impronta su ciò che potrebbe essere il futuro della razza umana partendo dall'analisi dei vari modelli di sviluppo fin qui adottati.
CAPITOLO PRIMO
PREMESSE
Nell'arco
temporale che va dalla rivoluzione industriale a quella informatica
si sono imposti, o hanno cercato di imporsi due modelli contrapposti
dello stile di vita che l'umanità avrebbe dovuto adottare , il
modello capitalista e quello comunista.
Il
primo basato sulla convinzione pragmatica calvinista che ogni essere
umano è alla ricerca di soddisfare al meglio i propri desideri,
obiettivo raggiungibile, secondo la logica capitalista,
nell'intrapresa e nel guadagno inteso come mezzo principale per
soddisfare le proprie aspirazioni.
In
questa visione del mondo, ripresa anche dalla locuzione
biblica " ...siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra: soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente ....." (Genesi)...tutto per il genere
umano è possibile attraverso l'impegno, quasi devozione, al lavoro e
produzione di profitto per mezzo dell'utilizzo dell'intrapresa
individuale, anche attraverso lo sfruttamento delle risorse
ambientali siano esse animali, vegetali o minerali.
La
seconda basata su una visione utopica egualitaria delle persone, che
necessiterrebbero però di una guida e di una pianificazione nelle
linee di intervento e di azione. Linee che, secondo questo paradigma,
solo un gruppo di “illuminati oligarchi” può delineare ed alle
quali le masse dovrebbero attenersi per il supremo bene comune.
Entrambe
le visioni hanno al loro interno un senso di verità, la ricerca del
miglior mondo possibile.
Il
capitalismo si basa sul concetto che tutte le persone ricercano la
felicità e che se tutti ricercassero nel lavoro nell'impegno e nel
guadagno la loro massima possibilità di
soddisfazione dei propri bisogni, tutti sarebbero felici e il mondo
sarebbe il miglior posto in cui vivere.
Il
comunismo si basa sul concetto che la felicità non è l'espressione
e la ricerca della soddisfazione dei bisogni del singolo, ma
l'impegno dei singoli alla ricerca della felicità ed eguaglianza
collettiva, ma dato che il singolo ha nel suo interno ancora un che
di primordiale e di atavica ricerca del predominio sull'altro,
necessita di essere instradato e condotto per mano da persone
“illuminate”.
L'evidenza
della non applicabilità della visione comunista, almeno quella che
così si è definita, ci è stata data senza ombra di smentita dagli
eventi. La caduta del muro di Berlino, e il lento sgretolarsi delle
altre cortine, vuoi per sommosse popolari spontanee vuoi per sommosse
indotte da altre nazioni che perseguivano il modello capitalista, ha
sancito l'inapplicabilità della filosofia comunista così come
l'abbiamo conosciuta.
Filosofia
morta a causa del suo assunto principale, la presunzione che un
gruppo di pochi fosse così illuminato da indicare la strada a molti.
La
presunzione di illuminazione è stata una espressione palese della
ricerca di predominio sugli altri. Concetto conosciuto dalla
filosofia comunista ma attribuito solo alle masse, escludendo da
questo pericolo il gruppo dirigente.
Il
gruppo di oligarchi che avrebbe dovuto indicare la via alle masse per
la realizzazione di un mondo migliore equo e giusto è caduto nella
contraddizione di perseguire i propri interessi per soddisfare i
propri bisogni nella ricerca della felicità personale o comunque di
una cerchia ristretta di persone.
Si
può affermare che il comunismo sia fallito per eccesso di
capitalismo di pochi.
Il
capitalismo, pur rimanendo attualmente il modus vivendi della
maggioranza della popolazione mondiale, nasconde alle masse,
l'evidente fallimento di se stesso.
Se
nei regimi comunisti gli oligarchi, apertamente indirizzavano le
masse , nel mondo capitalista sono i tycon (le multinazionali, i
mass-media, i possessori della ricchezza del mondo) che indirizzano
le masse per i propri fini in maniera subdola facendo credere ai
singoli che il loro agire, il loro lavorare, il loro produrre e
sopratutto il loro consumare sia dettato da esigenze proprie della
persona umana, e che la stessa non possa prescindere dal soddisfare i
bisogni, che con svariate metodologie psicoinduttive, ci fanno
credere essenziali, ma che essenziali non sono se non per chi questi
beni produce e ci vende in cambio di quello che veramente è
essenziale per i moderni tycon, il denaro con cui ci tengono tutti in
pugno e di conseguenza la conquista del potere.
Il
sistema capitalistico, nella sua visione calvinista di dominio del
genere umano sugli altri esseri viventi, con lo sfruttamento delle
risorse della terra ai propri vantaggi, il consumismo e lo spreco che
questo genera, ha ridotto il nostro pianeta e i suoi abitanti
sull'orlo del baratro.
E'
ormai evidente che il produrre per consumare e per buttare a scapito
di tutti gli ecosistemi ambientali, umani, animali, vegetali è una
strada senza uscita che presto ci farà precipitare senza rimedio in
un baratro senza fondo.
E
la cosa ancora più allarmante è che questa caduta sarà rovinosa,
dolorosa, ma purtroppo lenta, con un agonia lunga che ci farà
credere fino all'ultimo che le voci di chi chiede più sobrietà e
più rispetto e delle persone e dell'ambente
siano solo voci di scriteriati disfattisti che così parlano in
quanto insoddisfatti e incapaci di emergere in questo mondo fatto
per sua natura di competizione.
C'è
un unica strada per cercare di salvare il nostro mondo e la società
tutta dalla distruzione per eccesso di benessere, ed è la ricerca
della sobrietà, e riduzione dei consumi, ricercando in primis la
riduzione dello spreco energetico.................(continua)
Nessun commento:
Posta un commento