Per
raggiungere l'obiettivo della necessità di
ridurre i consumi nel tentativo di sganciarsi dalle imposizioni delle
grandi compagnie energetiche è indispensabile informare l'opinione
pubblica sulle cattive abitudini legate e all'abnorme consumo
energetico, dovuto agli usi non corretti e fortemente dispersivi che
viene perpetrato nei paesi occidentali per riscaldare,
raffrescare,illuminare le nostre abitazioni, i nostri uffici, le
nostre industrie, e agli inutili bisogni indotti dalla pubblicità
che ci fanno comprare solo per consumare e gettare e poi ancora
comprare per consumare e gettare di nuovo l'enorme quantità di
prodotti che tutti I giorni vengono acquistati.
Per ottenere la sensibilizzazione dell'opinione pubblica è necessario
fare una grande opera di informazione ed educazione; informazione
ed educazione che la maggior parte della popolazione “adulta”
sembra non comprendere con la conseguente necessità di porre
attenzione ai consumi, annebbiata come è dai continui messaggi
provenienti dai mass-media tendenti ad inculcare la necessità di una
ricerca spasmodica di nuovi oggetti e di nuovi consumi che facciano
aumentare il PIL, che così com'è, o meglio così come ci viene
propinato, sembra la ricetta per la soluzione a tutti i mali del
mondo.
Ne consegue che se questa popolazione adulta non è , come
sembra, in grado, che sia per colpa loro o per colpa dell'ormai
continuo martellamento che è stato loro imposto dai mass-media in
decenni di indottrinamento, si rende necessario rivolgersi a quella parte
della popolazione che dovrà sostenere il mondo negli anni futuri, i
giovani studenti; nella speranza che informando i giovani,
permettendo loro di avere la possibilità di conoscere le difficoltà
che il nostro mondo globalizzato sta attraversando, possano in un
certo senso, passare, le informazioni alla parte adulta, i loro
genitori, che stanno attualmente, lentamente, ma a questo punto,
neppure troppo lentamente, distruggendo i delicati ecosistemi
naturali. Ecosistemi intesi nel senso più vasto del termine, siano
essi ecosistemi naturali, acqua,fauna,flora, siano essi ecosistemi
umani, sconvolti tutti dal nostro, inteso come paesi occidentali,
eccessivo e spropositato consumo.
L'educazione
al risparmio, alla sobrietà o meglio sarebbe dire al corretto ed
equilibrato uso delle risorse ambientali, siano esse energetiche,
naturali od umane è passo essenziale e non più rimandabile, di ogni
società che si definisca sviluppata.
La
ricerca di un equilibrio, in prima istanza non consumistico, porterà
ad un equilibrio sociale e ad un diverso modo di vedere il mondo e le
priorità della vita.
Le
nostre necessità primarie non sono quelle che i mass-media ,
governati dalla logica consumistica delle multinazionali alla ricerca
disperata di mantenere il proprio potere ed i loro enormi guadagni a
scapito di miliardi di persone che muoiono di fame, di freddo, di
caldo, di depressione, di incertezze per il futuro, ci vogliono far
credere.
L'umanità
presa nel suo insieme e l'umanità presa come singola persona non ha
bisogno di produrre per consumare oggetti o atteggiamenti che sono fine
a se stessi e creano il tornaconto solo alle logiche del ristretto
gruppo di grandi finanzieri che tengono in scacco il mondo grazie al
lavoro, spesso mal pagato, di altri.
Lavoro
mal pagato nei paesi in via di sviluppo dove chi lavora per produrre
un paio di scarpe che noi occidentali pagheremo 100 €, viene
remunerato al massimo con 1 €.
A
questi popoli sfruttati quell'unico euro serve solo per soddisfare e
neppure tanto bene, i bisogni fondamentali della vita; bere,
mangiare, vestirsi, pochissimo studio e nessuna attività per
l'anima; ma mal retribuito anche nei paesi occidentali dove i lavoratori sono
pagati apparentemente di più, ma solo perchè le multinazionali
necessitano di qualcuno che acquisti i loro prodotti.
Ecco
che allora, in confronto ai paesi sfruttati i nostri stipendi
sembrano alti, ma se andiamo ad analizzare bene dove spendiamo la
maggior parte dei nostri guadagni vediamo che un buon 90% torna,
sotto forma di acquisti, consumi, sprechi, alle multinazionali che ci
danno il salario sotto forma di stipendi, in fondo sempre più bassi
delle necessità effimere che siamo costretti a ricercare per fare
parte di quella porzione del mondo che ci dicono essere fortunata.
Fortunata
per cosa? Fortunata perchè permettiamo ad un gruppo di
economo-oligarchi di sfruttare il mondo al solo scopo di arricchirsi?
Fortunata perchè abbiamo la capacità dello spreco? O fortunati
perchè ormai la maggioranza di noi non capisce?
Viene
detto delle persone con minori basi culturali:: -
beato loro che non capiscono.!!! La stessa cosa dovremo dirla di noi
stessi: - beati noi che non capiamo.... e non capendo o meglio non
volendo capire, diamo carta bianca agli sfruttatori, ai gruppi
affaristici che in nome del profitto uccidono noi e il nostro
pianeta.
Siamo
strani, se vedessimo nei nostri paesi “civilizzati” fabbriche in
cui vengono sfruttati minori, spero ancora, ci indigneremo e
cercheremo di denunciare lo sfruttamento.
Se
ad essere sfruttati fossero i nostri figli faremo il diavolo a
quattro per evitare lo sfruttamento. Ma quando per potere permetterci
l'acquisto di quel paio di pantaloni o quelle scarpe di marca, che
oltre all'uso normale che ne faremo, avranno per noi al loro interno
anche e sopratutto un valore di status-simbol derivante dal marchio,
dal logo, dal brand, allora non ci interessa più se per produrre
quegli oggetti siano stati sfruttati i figli di altri genitori. Tutto
avviene lontano e ciò che non si vede o non si vuole vedere, non
esiste.
Ci
sarebbero le possibilità di vedere, i mezzi di informazione
dovrebbero servire per questo, ma i mezzi di informazione sono in
mano, attraverso le pubblicità e gli introiti enormi da essa
generati, a chi quei pantaloni e quelle scarpe ci vuole vendere
sfruttando i poveri del mondo.
Per
questo i mezzi di informazione tacciono, contribuendo ad aumentare,
per le poche persone che vogliono ascoltare, il fragoroso rumore del
“Silenzio degli Innocenti”.
Esiste
il Tribunale dell'AIA per i crimini di guerra, dovrebbe esistere
anche un tribunale internazionale per i crimini dovuti all'eccesso di
sfruttamento del pianeta e delle persone generato dalla società
consumistica.
Il
consumismo con la necessità intrinseca di produrre per consumare ha
depauperato inesorabilmente le risorse naturali e immensi danni
ambientali e tanti genocidi sono causa diretta del nostro forsennato
rincorrere l'effimero.
Riportanto
la citazione che troviamo su “Niente di nuovo sotto il sole”,
ognuno di noi occidentali consuma energia, sia essa utilizzata per
produrre cibo, vestiario, oggettistica, sia essa utilizzata sotto
forma di calore, luce, rifiuti, come se avessimo a nostro servizio 20
schiavi a persona. Anche se non credessimo a questo numero che ci può
apparire eccessivo, è' chiaro che per una persona che consuma in
modo eccessivo 6 sono sfruttate. Dove troviamo queste 6 persone?
Proviamo
a fare un po' di conti:
I
paesi considerati sviluppati sono: Stati Uniti – Europa Occidentale
– Canada – Giappone , quanta popolazione compone questi paesi?
Stati
Uniti: 310 milioni di abitanti
Europa
Occidentale : 500 milioni di abitanti
Canada:
34 milioni di abitanti
Giappone:
128 milioni di abitanti
Totale
popolazione occidentale : 972 milioni di abitanti
Considerando
che la popolazione mondiale è stimata (al 2013) su i 7 miliardi di
abitanti se sottraiamo la popolazione occidentale rimangono circa
6,30 miliardi, di questi 6,30 miliardi un altro 10% pur vivendo in
paesi sottosviluppati o in via di sviluppo ha livelli di consumo pari
ai paesi occidentali, pertanto rimangono 5,9 miliardi di persone che
non si possono permettere consumi elevati e sprechi energetici come i
nostri.
Ricapitolando,
la popolazione consumistica mondiale ammonta a circa 1 miliardo se
ogni persona di queste necessita, per mantenere i propri elevati
consumi di 6 persone che lavorino per lei a livello quasi di
schiavitù ecco che abbiamo trovato dove sono e chi sono gli schiavi
mondiali.
I
nostri schiavi sono le popolazioni dei paesi cosiddetti
sottosviluppati. Ma sottosviluppati per colpa di chi?.............(continua)