venerdì 18 giugno 2010

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martedì 1 giugno 2010

Nucleare?....ci sono altre opzioni

L'Italia è l'unica nazione,fra quelle cosi dette "sviluppate" a non avere mai avuto un piano energetico nazionale degno di questo nome, nonostante l'80% dell'energia che consumiamo ci arrivi da altri paesi.

Le varie forme di energie rinnovabili, eolico, fotovoltaico, biomasse, idroelettrico, sono sostanzialmente annodate fra le innumerevoli pastoie burocratiche che impediscono di fatto la vera liberalizzazione energetica, quella idealmente prodotta con le nostre mani.

Ci sono forme di produzione di energia partecipata da fonti rinnovabili, che in altri paese europei (vedi Spagna, http://www.bnrenergia.it/leggi_news.asp?id=169 ) hanno preso piede e vengono realizzati normalmente con la partecipazione attiva dei cittadini e delle istituzioni, che investono sulle fonti energetiche rinnovabili disponibili nel loro territorio, sole, vento, acqua, biomasse.

Singolari risultano i dibattiti fatti nei 20 anni dopo il referendum abrogativo sul nucleare su quale produzione energetica da fonti rinnovabili puntare, come se una escludesse l'altra e una fosse meglio dell'altra.

Nessuna energia rinnovabile esclude l'altra anche perchè nessuna di queste autonomamente, e forse neanche insieme, potrà garantirci l'autonomia energetica. Puntare allora su quella che non inquina? Non esiste nessuna trasformazione di energia in grande scala che non abbia anche se ridotto un qualche fattore inquinante, che sia nel processo di produzione dei mezzi che sia nella trasformazione. Almeno per ora.

La forma più grave di inquinamento però è di gran lunga non fare niente e continuare a produrre e consumare energia attraverso la trasformazione delle fonti non rinnovabli. Sia perchè la quantità di inquinamento prodotto è maggiore rispetto a qualsiasi altra trasformazione da fonti rinnovabili, sia perchè non essendo appunto rinnovabili sono destinate inesorabilmente all'esaurimento.

Investire solo su produzioni provenienti da un unica fonte di energia rinnovabile a lungo termine si potrebbe dimostrare non lungimirante proprio per l'uso indiscriminato ed intensivo del territorio che saremo costretti a fare per produrre energia da quell'unica fonte.

Utilizzando un modello ecologico potremo dire che così come la biodiversità ecologica garantisce il rigenerarsi della natura, la “differenziazione” energetica da fonti rinnovabili accompagnata alla parsimonia garantirebbe il rigenerarsi delle fonti energetiche ed in definitiva la loro inesauribilità. Le forme di produzione energetica su cui dovremo investire sono il risparmio e l'autoproduzione energetica diversificata da fonti rinnovabili.

Risparmio inteso come efficienza energetica, sopratutto nei nostri edifici, ma anche nei macchinari che utilizziamo. La realizzazione di edifici ad alta efficienza energetica permetterebbe di risparmiare il 50'% dell'energia consumata spendendo il 10-15% in più per le opere necessarie ad ottenere minori dispersioni termiche. L'energia più pulita e più economica è di gran lunga quella non consumata. http://www.agenziacasaclima.it/index.php?id=3&L=1

Autoproduzione intesa come utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili maggiormente presenti nel territorio, preferendo l'autoproduzione familiare, o di piccoli gruppi di persone alle grosse centrali industriali. Preferendo l'associazionismo dei cittadini in compartecipazione con le Istituzioni locali alla cessione del territorio a grosse compagnie energetiche multinazionali votate al profitto. http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=19493027108