lunedì 20 ottobre 2014


CAPITOLO 2

La riduzione dei consumi , la via educativa

Per raggiungere l'obiettivo della necessità di ridurre i consumi nel tentativo di sganciarsi dalle imposizioni delle grandi compagnie energetiche è indispensabile informare l'opinione pubblica sulle cattive abitudini legate e all'abnorme consumo energetico, dovuto agli usi non corretti e fortemente dispersivi che viene perpetrato nei paesi occidentali per riscaldare, raffrescare,illuminare le nostre abitazioni, i nostri uffici, le nostre industrie, e agli inutili bisogni indotti dalla pubblicità che ci fanno comprare solo per consumare e gettare e poi ancora comprare per consumare e gettare di nuovo l'enorme quantità di prodotti che tutti I giorni vengono acquistati.

Per ottenere la sensibilizzazione dell'opinione pubblica è necessario fare una grande opera di informazione ed educazione; informazione ed educazione che la maggior parte della popolazione “adulta” sembra non comprendere con la conseguente necessità di porre attenzione ai consumi, annebbiata come è dai continui messaggi provenienti dai mass-media tendenti ad inculcare la necessità di una ricerca spasmodica di nuovi oggetti e di nuovi consumi che facciano aumentare il PIL, che così com'è, o meglio così come ci viene propinato, sembra la ricetta per la soluzione a tutti i mali del mondo. 

Ne consegue che se questa popolazione adulta non è , come sembra, in grado, che sia per colpa loro o per colpa dell'ormai continuo martellamento che è stato loro imposto dai mass-media in decenni di indottrinamento, si rende necessario rivolgersi a quella parte della popolazione che dovrà sostenere il mondo negli anni futuri, i giovani studenti; nella speranza che informando i giovani, permettendo loro di avere la possibilità di conoscere le difficoltà che il nostro mondo globalizzato sta attraversando, possano in un certo senso, passare, le informazioni alla parte adulta, i loro genitori, che stanno attualmente, lentamente, ma a questo punto, neppure troppo lentamente, distruggendo i delicati ecosistemi naturali. Ecosistemi intesi nel senso più vasto del termine, siano essi ecosistemi naturali, acqua,fauna,flora, siano essi ecosistemi umani, sconvolti tutti dal nostro, inteso come paesi occidentali, eccessivo e spropositato consumo.

L'educazione al risparmio, alla sobrietà o meglio sarebbe dire al corretto ed equilibrato uso delle risorse ambientali, siano esse energetiche, naturali od umane è passo essenziale e non più rimandabile, di ogni società che si definisca sviluppata.

La ricerca di un equilibrio, in prima istanza non consumistico, porterà ad un equilibrio sociale e ad un diverso modo di vedere il mondo e le priorità della vita.

Le nostre necessità primarie non sono quelle che i mass-media , governati dalla logica consumistica delle multinazionali alla ricerca disperata di mantenere il proprio potere ed i loro enormi guadagni a scapito di miliardi di persone che muoiono di fame, di freddo, di caldo, di depressione, di incertezze per il futuro, ci vogliono far credere.

L'umanità presa nel suo insieme e l'umanità presa come singola persona non ha bisogno  di produrre per consumare oggetti o atteggiamenti che sono fine a se stessi e creano il tornaconto solo alle logiche del ristretto gruppo di grandi finanzieri che tengono in scacco il mondo grazie al lavoro, spesso mal pagato, di altri.

Lavoro mal pagato nei paesi in via di sviluppo dove chi lavora per produrre un paio di scarpe che noi occidentali pagheremo 100 €, viene remunerato al massimo con 1 €.
A questi popoli sfruttati quell'unico euro serve solo per soddisfare e neppure tanto bene, i bisogni fondamentali della vita; bere, mangiare, vestirsi, pochissimo studio e nessuna attività per l'anima; ma mal retribuito anche nei paesi occidentali dove i lavoratori sono pagati apparentemente di più, ma solo perchè le multinazionali necessitano di qualcuno che acquisti i loro prodotti.

Ecco che allora, in confronto ai paesi sfruttati i nostri stipendi sembrano alti, ma se andiamo ad analizzare bene dove spendiamo la maggior parte dei nostri guadagni vediamo che un buon 90% torna, sotto forma di acquisti, consumi, sprechi, alle multinazionali che ci danno il salario sotto forma di stipendi, in fondo sempre più bassi delle necessità effimere che siamo costretti a ricercare per fare parte di quella porzione del mondo che ci dicono essere fortunata.

Fortunata per cosa? Fortunata perchè permettiamo ad un gruppo di economo-oligarchi di sfruttare il mondo al solo scopo di arricchirsi? Fortunata perchè abbiamo la capacità dello spreco? O fortunati perchè ormai la maggioranza di noi non capisce?
Viene detto delle persone  con minori basi culturali:: - beato loro che non capiscono.!!! La stessa cosa dovremo dirla di noi stessi: - beati noi che non capiamo.... e non capendo o meglio non volendo capire, diamo carta bianca agli sfruttatori, ai gruppi affaristici che in nome del profitto uccidono noi e il nostro pianeta.

Siamo strani, se vedessimo nei nostri paesi “civilizzati” fabbriche in cui vengono sfruttati minori, spero ancora, ci indigneremo e cercheremo di denunciare lo sfruttamento.
Se ad essere sfruttati fossero i nostri figli faremo il diavolo a quattro per evitare lo sfruttamento. Ma quando per potere permetterci l'acquisto di quel paio di pantaloni o quelle scarpe di marca, che oltre all'uso normale che ne faremo, avranno per noi al loro interno anche e sopratutto un valore di status-simbol derivante dal marchio, dal logo, dal brand, allora non ci interessa più se per produrre quegli oggetti siano stati sfruttati i figli di altri genitori. Tutto avviene lontano e ciò che non si vede o non si vuole vedere, non esiste.

Ci sarebbero le possibilità di vedere, i mezzi di informazione dovrebbero servire per questo, ma i mezzi di informazione sono in mano, attraverso le pubblicità e gli introiti enormi da essa generati, a chi quei pantaloni e quelle scarpe ci vuole vendere sfruttando i poveri del mondo.
Per questo i mezzi di informazione tacciono, contribuendo ad aumentare, per le poche persone che vogliono ascoltare, il fragoroso rumore del “Silenzio degli Innocenti”.

Esiste il Tribunale dell'AIA per i crimini di guerra, dovrebbe esistere anche un tribunale internazionale per i crimini dovuti all'eccesso di sfruttamento del pianeta e delle persone generato dalla società consumistica.
Il consumismo con la necessità intrinseca di produrre per consumare ha depauperato inesorabilmente le risorse naturali e immensi danni ambientali e tanti genocidi sono causa diretta del nostro forsennato rincorrere l'effimero.

Riportanto la citazione che troviamo su “Niente di nuovo sotto il sole”, ognuno di noi occidentali consuma energia, sia essa utilizzata per produrre cibo, vestiario, oggettistica, sia essa utilizzata sotto forma di calore, luce, rifiuti, come se avessimo a nostro servizio 20 schiavi a persona. Anche se non credessimo a questo numero che ci può apparire eccessivo, è' chiaro che per una persona che consuma in modo eccessivo 6 sono sfruttate. Dove troviamo queste 6 persone?
Proviamo a fare un po' di conti:
I paesi considerati sviluppati sono: Stati Uniti – Europa Occidentale – Canada – Giappone , quanta popolazione compone questi paesi?
Stati Uniti: 310 milioni di abitanti
Europa Occidentale : 500 milioni di abitanti
Canada: 34 milioni di abitanti
Giappone: 128 milioni di abitanti
Totale popolazione occidentale : 972 milioni di abitanti
Considerando che la popolazione mondiale è stimata (al 2013) su i 7 miliardi di abitanti se sottraiamo la popolazione occidentale rimangono circa 6,30 miliardi, di questi 6,30 miliardi un altro 10% pur vivendo in paesi sottosviluppati o in via di sviluppo ha livelli di consumo pari ai paesi occidentali, pertanto rimangono 5,9 miliardi di persone che non si possono permettere consumi elevati e sprechi energetici come i nostri.
Ricapitolando, la popolazione consumistica mondiale ammonta a circa 1 miliardo se ogni persona di queste necessita, per mantenere i propri elevati consumi di 6 persone che lavorino per lei a livello quasi di schiavitù ecco che abbiamo trovato dove sono e chi sono gli schiavi mondiali.

I nostri schiavi sono le popolazioni dei paesi cosiddetti sottosviluppati. Ma sottosviluppati per colpa di chi?.............(continua)

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