venerdì 19 dicembre 2014


CAPITOLO 3

Le migrazioni, ragioni e alternative

In una recente visita in Italia, (agosto 2010),prima della sua tragica fine, il presidente libico Gheddaffi ha lanciato quella che a prima vista poteva sembrare una provocazione ed un ricatto, enunciando la necessità che I paesi europei esborsino 5 mld di euro l'anno alla Libia se non vuole che l'Europa diventi Africa. A parte i fini politici e gli interessi economici affaristici personali del presidente Gheddaffi, l'affermazione ha al suo interno una verità incontrovertibile.

Se non vogliamo una migrazione di massa causata dai disastri ambientali e dalle gravissime difficoltà economiche in cui si trovano i paesi africani, e non solo quelli ,dovute allo sfruttamento senza limiti delle loro risorse, causato dai paesi occidentali diretti dai poteri ed interessi delle multinazionali, disastri che hanno determinato l'impoverimento dei popoli africani, asiatici e di tutto il cosiddetto terzo mondo, che costringono l'umanità del sud del mondo a spingersi sempre più a nord alla ricerca di un luogo relativamente non ancora invivibile a causa delle mutazioni ambientali, dovremo certamente impegnarci per aiutare la popolazione migrante, ma la ricetta di Gheddaffi è sicuramente semplicistica e fine a se stessa.

Dare aiuti economici, o meglio, “solo” aiuti economici non risolverà il problema, ridurre contemporaneamente i nostri consumi e parallelamente evitare il saccheggio delle risorse è sicuramente la soluzione migliore e più duratura.

E' impensabile pensare di continuare il saccheggio pagando la rapina, è' un sistema che mangia se stesso.

Le soluzioni devono essere virtuose e durature, ridurre i consumi nei paesi occidentali, interrompere i saccheggi delle risorse, collaborare con i nostri vicini alla ricerca di un uso più equo delle risorse di tutti.

Così come stiamo già assistendo, a causa dei mutamenti climatici ormai evidenti, vedi la crescente desertificazione, le sempre più frequenti inondazioni, i dissesti idrogeologici, l'aumento delle temperature, ad un cambiamento, nelle regioni cosiddette temperate, della vegetazione e della fauna, Mediterraneo popolato da pesci tropicali, avanzamento dei deserti, (sicilia, spagna, sardegna, basilicata, molise), con un crescente e progressivo spostamento verso nord della vegetazione tipicamente mediterranea, vedi l'olivo ormai coltivato sopra Bologna, assisteremo sempre più ad una migrazione umana dalle zone aride alle zone temperate.

Le migrazioni in assenza di mutamenti di tendenza non si arresteranno mai, non saranno sufficienti le espulsioni sempre più massicce, vedi Zarkozy in Francia, vedi Berlusconi in Italia. Su cento espulsioni mille migranti arriveranno. Altro che primavera silenziosa questa è una invasione assordante e le colpe sono solo nostre.

Anche alla luce dei sommovimenti popolari insorti in tutto il Magrheb, della guerra in Libia e del continuo flusso di migranti verso l'Italia, anche se sarebbe più opportuno dire verso l'Europa, il flusso continuo di questi ultimi periodi è l'avverarsi di quanto ipotizzato in precedenza dopo l'ultima visita in Italia di Gheddafi a settembre 2011 e poi realizzatosi puntualmente.

E' questo il flusso inarrestabile di cui parlavo e per adesso è solo l'assaggio. Le popolazioni dei territori sfruttati dall'occidente consumista sono ormai stufe di sostenere quei governati, o meglio, definendoli con il loro vero nome, “dittatori”, che per interessi personali e del gruppo ristretto dirigenziale, si sono accordati negli anni passati con le multinazionali e con i governi occidentali da queste pilotati per,letteralmente, svendere le risorse dei loro territori tenendo le popolazioni residenti in uno stato di perenne miseria . Questo è il nuovo colonialismo, ammantato e nascosto, senza armi e senza invasioni evidenti, il colonialismo dei profitti e dei consumi eccessivi.

Il compito dei paesi occidentali dovrebbe essere quello di sostenere l'autodeterminazione dei popoli, non fosse altro anche e solo per un'aspetto prettamente utilitaristico.
Se non vogliamo che questo flusso continui all'infinito dobbiamo fare in modo che questi popoli possano, attraverso il lavoro, che potrebbe beneficiarli se le risorse presenti nei loro territori fossero da loro gestite direttamente e non attraverso dittatori e regimi imposti dal potere del denaro dei paesi capitalisti, gestire il loro futuro.

Maggiore sviluppo e condizioni di vita migliori per loro, comporteranno sicuramente l'obbligo ad una o meglio a più rinunce da parte nostra, ma sarebbero solo rinunce del superfluo per permettere a tutti di avere il necessario.

Non ci sono vie alternative, nel lungo periodo l'unica strada sarà quella della sobrietà di chi fino ad oggi ha sprecato l'eccesso. L'alternativa sarebbe una guerra di massa o una epidemia che dimezzi la popolazione mondiale

Il nostro mondo è un sistema chiuso, non è possibile consumare più di ciò che può produrre. Se futuro ci sarà dovrà essere condiviso e dovremo imparare a condividerlo con nostri vicini, permettendo loro di migliorare le condizioni di vita, facendo noi un passo indietro. Ma potremo veramente considerarlo un passo indietro?

Se ciò volesse dire tornare al livello dei consumi degli anni '90 sarebbe per noi insostenibile? Già negli anni '90 I nostri consumi erano eccessivi.

Mi è capitato di assistere ad un dialogo, in occasione di una partita di calcio di mio figlio, fra due coetanei di 15 anni; uno era un ragazzo italiano e l'altro un ragazzo peruviano. Il ragazzo italiano stava dicendo che si sarebbe comprato un paio di scarpe da gioco dell'Adidas o Puma, non mi ricordo e non è in fondo molto importante, ed elencava anche le altre due paia di scarpe che aveva. Il ragazzo peruviano gli chiese come facessero I suoi genitori a comprargli un altro paio di scarpe se già ne aveva due. Con molta calma e quasi con ovvietà, il ragazzo italiano gli rispose che i suoi genitori non potevano mica dire niente, perchè queste se le sarebbe comprate con i suoi soldi. Al silenzio del ragazzo peruviano, mi è venuto di immedesimarmi nei suoi pensieri:- “ ma come.....i tuoi soldi?....Ma tu studi come studio io, hai la mia età, hai già due paia di scarpe e il terzo te lo compri con i tuoi soldi?... I tuoi soldi?..Ma come fai ad avere soldi tuoi e permetterti di spenderli per un paio di inutili scarpe da gioco visto che ne hai già due paia? Io sono già contento di averne uno che mi durerà fino a quando il piede mi entrerà dentro, per poi passarle a mio fratello più piccolo, perchè I soldi che entrano in casa servono per le necessità primarie, e non sono miei, ne di mio padre, ne di mia madre, ne di mio fratello, ma di tutta la famiglia e vengono usati equamente e parsimoniosamente per tutti.

Questo è ciò che intendo per sprecare il superfluo.

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